CHI SONO

Ciao, sono Marco e ti racconto qualcosa di me.

(Reggio Emilia 1959)
Marco Arduini, artista indipendente, è pittore. La sua formazione artistica avviene all’Istituto d’Arte “G. Chierici” di Reggio Emilia.
Attualmente lavora su tavola, tela e carta antica.
La sua ricerca, di matrice figurativa, presenta chiari riferimenti alla Pop Art americana, personalizzata made in Italy.
Esperienze rivisitate nei “Racconti di Viaggio” degli anni 60-70, ambientati anche nell’attualità.
Usa tempera e acrilico, ottenendo dipinti di forte impatto emotivo e cromatico.
Nelle carte antiche, molte delle quali datate 1800 si snodano racconti realistici, con piloti, macchine da corsa e aerei, che ritroviamo anche nella sua esperienza di incisore.

Una sua opera è nella Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito in “La Collezione” a cura di V. Sgarbi.

Ha ottenuto diversi riconoscimenti, come il Premio Arte Mondadori (finalista nel 2010) a Milano.
Ha esposto alla 54° Biennale di Venezia – Padiglione Italia – Emilia Romagna (Reggio Emilia – Chiostri di S.Pietro) nel 2011.

Dicono di me

Quando i paraurti erano cromati, quando i genitori erano giovani.
La vena di Marco Arduini e’ motoristica ma soprattutto fanciullesca e
nostalgica: le sue automobili sono automobiline, buone per giocare o per
rimpiangere di non avere piu’ l’eta’ per giocare.
Vado a trovarlo a rivalta, frazione di Reggio Emilia, il che mi costa qualcosa
di taxi perche’ a differenza di lui non ho il culto della macchina e le poche
volte che mi serve mi accorgo di non possederne una.
Lo trovo in uno studio che e’ la perfetta ricostruzione di una camera dei
ragazzi degli anni sessanta, con i fumetti, le raccolte, i manifesti.
Appesa alla parete c’e’ la formazione del Milan 1969-70 con Gianni Rivera,
Cudicini e Trapattoni ma non e’ un vecchio poster, e’ un quadro appena
dipinto dal padrone di casa.
Il frigorifero che certo conterra’ chinotti e gazzose e’ uno Smeg bombato color
confetto, tale e quale l’elettrodomestico piazzato da Tom Wesselman in
“still life 30”.
L’ho sgamato, Arduini: lui dice di aver preso da Edward Hopper e Valerio
Adami ma quasi tutta la sua produzione mi sembra discendere da
“landscape 4”, acrilico-collage datato 1965 e firmato dal grande pop artista
Americano Wesselman (il mio pop artista preferito, se interessa).
Differenza tra Wesselman e Arduini: il primo dipingeva spesso donne nude,
con una particolare propensione per i capezzoli, il secondo le donne le
pennella vestite e composte (gli uomini naturalmente in giacca e cravatta); il
primo raffigurava modelli di auto USA, il secondo preferisce cinquecento e
seicento; il primo tendeva alla tecnica mista, il secondo e’ pittore puro; il
primo rappresentava in presa diretta l’America dream, il secondo rievoca un
boom italiano vissuto di striscio e rivissuto nel ricordo; il primo costa una
barca di soldi, il secondo viene via con poco (1200 euri, il quadro esposto al
Padiglione emilia-romagna).
Al posto del capezzolo Wesselmanniano, lo stilema Arduiniano e’ una palla:
Non un pallone da calcio adulto bensi’ una palla leggera e colorata da giochi
di spiaggia, perche’ era piena di ragazzini l’Italia che il Peter Pan di Rivalta
induce a ricordare fra i sospiri.

Camillo Langone

(tratto da articolo sul Foglio)

“Un Viaggio a Colori.”
“C’è ancora in casa quella lettera di ringraziamento di Stirling Moss a papà Francesco, che faceva il meccanico alla Maserati. Il gusto per la velocità (altrui), per l’estetica e l’ingegnieria dell’automobile, per la libertà di conquistare il mondo su due o quattro ruote forse nascono da li’. Marco Arduini da Reggio Emilia, classe 1959, di professione grafico, ricorda ancora i racconti del papà che seguiva le corse e i piloti. Marco dipinge. La 500 o la Vespa, la Ferrari ai box di Le Mans o l’aviatrice Amelia Earhart con caschetto e occhialoni, la Porshe 356 Speedster nel giardino di una villa e l’aereo da turismo che plana su Reggio Emilia… La sua tecnica pittorica è duplice: disegni a inchiostro o graffite su mappe o carte antiche oppure pittura a tempera e acrilico su tela (o tavola). Sempre in un trionfo di colori. Sempre con un pezzo di mondo da conquistare: una mappa, una strada, un continente, una pista, il cielo. Correr via per conoscere natura e città, per stare con gli altri, per assaporare la libertà. E quei rossi sgargianti, quei verdi e quegli azzurri che non conoscono sfumature ( e che richiamano la Pop Art) sono chiassosi protagonisti insieme ai motori e ai volti. Con un tocco vintage, o nostalgico, nelle auto e nei velivoli, nelle fogge dei vestiti e forse anche nella spensieratezza delle scene (e a proposito, su richiesta ci si puo’ far ritrarre dal pittore su una delle “sue” auto). “La mia passione”, spiega Marco Arduini, “sono le Fiat, e in particolare la 500 e la Vespa. Mi affascinano le auto degli anni 60 e 70, quando, secondo me, avevano piu’ personalità rispetto a quelle attuali”. E guarda caso oggi ha una 500 ibrida, dopo aver detto addio alla sua Giulietta bianca che aveva raggiunto i 200.000 km. E dopo tante altre macchine, tra cui una Fiat X1/9 di Bertone modello americano.”

Raffaella Rietman
(tratto dal mensile Ruoteclassiche)

Premessa del Sindaco Ilenia Malavasi alla Mostra “Nel blu dipinto di blu” a Palazzo dei Principi – Sala Nobile – Museo del Correggio (Reggio Emilia).

Luglio 2022

Quando, nell’edizione 1958 di Sanremo, Domenico Modugno allargò le braccia sulle note di “Nel blu dipinto di blu”, con lui, sul palco, in quell’ideale abbraccio c’era una gran parte degli italiani, ancora feriti dai disastri della recente guerra, ma desiderosi di “alzarsi in volo”, per “volare”, appunto, sulla bellezza di un Paese in ricostruzione, animato da uno spirito di solidarietà e di ingegno, che ne hanno contraddistinto il carattere e l’epoca. Anni che, troppo sbrigativamente, vengono definiti del “boom economico”, ma dei quali l’economia e la corsa al benessere raccontano solo una parte, tralasciando spesso l’arte, la cultura, l’eleganza, la creatività che il nostro Paese, inteso come “sistema”, seppe raccontare ed esportare in tutto il mondo. Le opere di Marco Arduini, raffinato pittore e incisore, esposte nella Galleria Espositiva del Museo del Correggio in un allestimento curato da Bob Rontani, presentano chiari riferimenti alla Pop Art americana, distinguendosi, tuttavia per una raffigurazione visiva degli anni cinquanta e sessanta italiani: una Fiat cinquecento, una vespa, un aereo, cieli azzurri e colori sgargianti che rievocano avventure, spensieratezza e senso di libertà, in una esecuzione nitida, dai colori vivaci che donano ai dipinti un forte impatto emotivo e cromatico. Si dice spesso che i ricordi e gli oggetti sopravvivano alle generazioni, rimanendo immutati anche in nuovi contesti e contribuendo a formare una sorte di identità e di memoria collettiva che và oltre il loro mero utilizzo o “periodo d’oro”. Attraverso le proprie opere, Marco Arduini riesce a rappresentare le meraviglie di questa memoria, facendo davvero rivivere quel “blu dipinto di blu” che porta, come Modugno, a spalancare le braccia in un attimo di felicità. Una mostra “estiva”, dunque, non certamente solo per il periodo di allestimento, ma per il suo sguardo proiettato al futuro e carico di aspettative, tipico della “bella stagione”, com’è stata quella vissuta, partecipata e costruita dai nostri nonni e dai nostri genitori: nel ripercorrere queste sensazioni non c’è traccia di “nostalgia”, ma di gioia, nella raffigurazione di quel che è stato,e di bellezza, quella stessa di cui la nostra comunità, quando ne siamo tutti partecipi, è capace. L’Italia è un paese straordinario, di arte, ingegno, capacità, colori, profumi, sensibilità; sono felice di ospitare questa mostra a Correggio, nel nostro splendido Palazzo dei Principi, per volare insieme “nel blu dipinto di blu” ed esplorare, grazie alla magia dell’arte e del suo linguaggio, una parte belle di noi italiani.

Ilenia Malavasi

Il mio studio a Rivalta (RE)

Templeton University

Roma, 2014

Biennale di Venezia

Padiglione Italia – Chiostri di S.Pietro,

Reggio Emilia, 2011

Personale

al Castello di Scandiano (RE)

Arte Parma Fiere 2023

Palazzo dei Principi

Sala Nobile

(Correggio)

Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito

LA COLLEZIONE

a cura di V. Sgarbi

edizioni Di SOFIA